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Coronavirus

Tutti in attesa del vaccino… tranne i No-vax

Non basteranno i 156.363 italiani contagiati dal Covid-19. Non basteranno neppure i 19.899 morti (di cui 10.621 solo in Lombardia), sopraffatti da questo maledetto virus. Tra loro, è bene ricordarlo, 105 medici e 28 infermieri. Cioè uomini e donne (scusate, per una volta, inserisco prima gli uomini, ché rappresentano oltre il 90% di questi decessi) spinti da spirito di missione e senso di responsabilità.

Persone come noi, che hanno donato la vita agli altri. Senza alcuna retorica. È andata così.

No, non basterà nemmeno quello strumento inutile e macabro che sta alla voce conferenza stampa delle 18. Quel tentativo involontario di scimmiottare le grida manzoniane, cui la Protezione civile ha deciso di affidarsi per comunicare, male, i “dati” relativi all’epidemia.

Aveva proprio ragione Emily Dickinson, “È assai frugale il carro che trasporta l’anima dell’uomo”.

Eppure, dicevamo, non basteranno questi numeri dolenti per arginare le bestialità contenute nelle pagine “No-vax” su Facebook, fieramente accompagnate, per non abbandonarle al fatale destino della solitudine durante questi giorni sospesi di detenzione domiciliare, a sesquipedali assurdità comparse su altri social. Certo, restano confinate e dolenti nella riserva indiana cui sono destinate, però, nel frattempo, pur in tono dimesso, continuano a circolare nel grosso fiume delle idiozie.

Perché questa “setta”, nemmeno di fronte all’evidenza, di fronte alla morte raccontata in diretta, annunciata dallo straziante sibilo delle ambulanze che squarcia il silenzio del coprifuoco imposto per decreto, trova la forza per placare il nulla cosmico del suo spazio comunicativo.

E se, nella fase iniziale dell’epidemia, hanno provato a negare, dissimulare, financo svilire la portata dell’emergenza (ma convincere i parenti dei defunti, ora, sarà impresa ardua), adesso la nuova battaglia si sposta sulla sperimentazione e sulla profilassi utile ad arginare il virus.

Alla fine – si legge in alcuni commenti – si tratta solo di una polmonite: perché assumersi questo rischio? Già. Perché, ricordiamolo, a parlare, con voce diversa e generalmente per sentito dire, son sempre gli stessi. Tra di loro anche molti sostenitori del libero mercato che considerano i vaccini un dogma, e quindi un’imposizione da rifiutare.

Si tratterebbe, dunque, (quanta pazienza, bisognerebbe scomodare il poverello[1]) di una battaglia politico-ideologica. Intessuta da chi? Da “quelli che” (per dirla con Jannacci) fingono di non vedere né capire, l’importanza dell’immunizzazione[2], “considerata una delle strategie più sicure ed efficaci della Sanità pubblica”.[3]

Alla fine, che cosa sono i vaccini, a cosa servono, da quando sono obbligatori nel nostro Paese?

Lo spiega l’Istituto superiore di sanità. “I vaccini – si legge sulla pagina del sito dedicata – sono preparati biologici costituiti da microrganismi uccisi o attenuati, oppure da alcuni loro antigeni o da sostanze prodotte dai microrganismi e rese sicure. Oppure, ancora, da proteine ottenute con tecniche d’ingegneria genetica. Generalmente i vaccini contengono anche acqua sterile o una soluzione fisiologica a base salina…”.[4]

Dal 1796, anno della scoperta della vaccinazione, i vaccini sono aumentati, circostanza che, nel tempo, ha permesso di sconfiggere diverse malattie, alcune delle quali con un’alta incidenza di mortalità.

In Europa l’obbligo vaccinale inizia nei primi dell’Ottocento per limitare la diffusione del vaiolo. In Italia l’obbligo di vaccinare i nuovi nati contro il vaiolo è stato sospeso nel 1977 e definitivamente abolito nel 1981.

Nel frattempo, erano diventate obbligatorie le vaccinazioni contro difterite (1939), poliomelite (1966), tetano (1968) e l’epatite B (1991). Oggi in Italia, come segnala l’Istituto superiore di sanità, la situazione è questa.

A noi comuni mortali (è il caso di dirlo), al momento, non restano che due cose da fare: attendere la funesta conferenza stampa delle 18 per rivedere i numeri dell’epidemia (lo scopriremo solo vivendo, comunque adesso ho un po’ paura), e aspettare il miracolo, nella speranza che l’attesa sia breve, per correre poi, tutti gambe in spalla, a vaccinarci.

Per voi no-vax, naturalmente, senza obbligo alcuno.

 

 

 

 

[1] “La pazienza è opera di perfezione e prova di virtù”, Fioretti di San Francesco
[2] Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, ogni anno i vaccini salvano tra i due e tre milioni di persone.
[3] Kai Kupferschmidt, “La guerra dei vaccini” (da Internazionale, maggio 2017)
[4] https://www.epicentro.iss.it/vaccini/VacciniCosaSono
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