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Il tatuatore giusto per te? Lo trovi con un’app

Il tatuaggio è per definizione una delle pochissime cose fatte in vita che abbiamo la certezza di portarci con noi nella tomba. Lugubre finché volete, come definizione, ma assolutamente oggettiva, a maggior ragione per chi, sin dalla notte dei tempi, ama scolpire sulla propria pelle segni o disegni a cui attribuisce un significato particolare.

Allora perché non garantire a noi stessi di farci tatuare dal professionista più indicato a realizzare l’idea che abbiamo in mente? È quello che ha pensato Samuel Burlon, CEO di Inksquad, startup con sede a Udine che ha introdotto sul mercato un’app finalizzata esattamente a questo.

«L’idea è venuta a me e al mio amico Manuel Salgarella durante una convention per tatuatori a Venezia», racconta Burlon, «a seguito della quale abbiamo impiegato oltre 3 mesi per trovare il tatuatore giusto per il tatuaggio che volevamo fare. Così ci siamo detti: perché non farci un’app?»

Detto fatto, Inksquad (che nasce come spinoff di un’altra società di Burlon, Smart Squad) ha come mission quella di trovare il tatuatore ideale per il tattoo che abbiamo già in mente di realizzare: «ovviamente», spiega il CEO, «abbiamo da subito voluto puntare sulla qualità dei tatuatori, e sono molto orgoglioso di poter dire che oggi i migliori tatuatori utilizzano Inksquad.» A dimostrazione di ciò l’ingresso in società, a fine 2019, di uno dei tatuatori più quotati al mondo, l’italiano Alex De Pase.

Un 2020 che per questo progetto bello e ambizioso (che non a caso ha già diversi partner anche all’estero) si è aperto con la prestigiosissima partecipazione al CES di Las Vegas tra le startup selezionate da ICE per rappresentare l’Italia e il lancio di due nuovi prodotti: «il primo è dedicato al tatuatore e si chiama PalettePRO mentre il secondo è un software gestionale per gli studi di tattoo che si chiama Inksquad Studio

Written By

è consulente di marketing strategico, keynote speaker e docente di branding e marketing digitale all’International Academy of Tourism and Hospitality. È stato inviato di «Vanity Fair» negli Stati Uniti per seguire Donald Trump, a Kiev per la campagna elettorale di Zelensky, collabora con diversi media ed è autore di 10 libri. Nel 2016, per promuovere la versione inglese de Il Predestinato ha inventato la sua finta candidatura alle primarie repubblicane sotto le mentite spoglie del protagonista del romanzo, il giovane Congressman Alex Anderson. Una case history di cui si sono occupati i principali network di tutto il mondo.

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