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POLITICA USA

Pigasus: un maiale per presidente

Il 28 agosto 1968, il Youth International Party, candidò un maiale domestico, denominato Pigasus, alla carica di Presidente degli Stati Uniti. Il tutto avvenne pochi giorni prima dell’apertura della Convention democratica a Chicago, che incoronò Hubert Humphrey, vicepresidente uscente, poi sconfitto da Nixon il successivo 5 novembre. Gli Yippies – membri del YIP – erano un gruppo rivoluzionario, anti-establishment e controcultura degli anni ’60, nonché oppositore della guerra in Vietnam.

La scelta del nome Pigasus, si deve ad un duplice motivo: da un lato il riferimento è legato alla mitologia greca – il famoso cavallo alato Pegaso – dall’altro al detto “i maiali volano”, usato quando si verificano eventi altamente improbabili.

Dennis Dalrymple, Abbie Hoffman e Jerry Rubin – tutti attivisti del YIP – scelsero il maiale come candidato per deridere lo status quo. Gli Yippies, per rendere la candidatura credibile, chiesero un trattamento  da loro considerato legittimo: protezione dei servizi segreti e briefing sulla politica estera della Casa Bianca.

La candidatura fu annunciata durante le proteste contro i democratici al Chicago Civic Center. Il maiale di 66 kg, fu trasportato in una station wagon, debitamente scortato da sette membri del YIP. Erano presenti altri cinquanta membri del partito e circa dieci agenti di polizia sotto le direttive del comandante James Riordan.

Jerry Rubin era incaricato di leggere il discorso di accettazione della candidatura, quando la polizia interruppe la manifestazione e catturò Pigasus. L’accusa nei confronti dei membri del Youth International Party era di condotta disordinata; perfino l’autista dell’autovettura fu arrestato e accusato di aver ostacolato il traffico. Lo stesso Rubin raccontò poi che in carcere un agente si rivolse loro affermando: «voi ragazzi andrete in prigione per il resto delle vostre vite». Tuttavia, gli Yippies furono rilasciati la mattina seguente.

Il processo mosso nei confronti degli organizzatori della manifestazione fu coperto dai maggiori quotidiani nazionali e dalle più importanti emittenti televisive, che si inserì nel più grosso procedimento penale denominato Chicago Seven. Il processo era dapprima denominato “Chicago Eight trial” perché il leader delle Pantere Nere, Bobby Seale, in un primo momento fu processato insieme agli altri sette indagati e solo successivamente i procedimenti furono separati. Le accuse, oltre quelle mosse per Pigasus, passavano dalla cospirazione all’incitamento alla sommossa, finendo in altri reati minori. L’avvocato della difesa, William Kunstler, accusò il partito democratico di condotta disordinata, tanto quanto la procura stava facendo nei confronti dei suoi assistiti.

Come risulta dalla testimonianza di Phil Ochs (l’uomo che acquistò il maiale), l’accusa originale riguardava una vecchia legge del 1800 che proibiva di portare bestiame nella città di Chicago. Successivamente l’accusa fu tramutata in disturbo della quiete pubblica e successivamente in condotta disordinata.

Il grand jury mosse l’accusa di incitamento alla sommossa e rivolta in base a violazioni precise del Civil Rights Act. L’allora Procuratore generale Ramsey Clarck sospese il processo per via dell’uso illegale della forza della polizia di Chicago ma, dopo l’insediamento di Nixon alla Casa Bianca, il procedimento prese nuovamente vita.

Il processo ebbe inizio il 20 marzo 1969. All’inizio del processo, Seale bersagliò ripetutamente di insulti il giudice Julius Hoffman che lo fece legare e imbavagliare, per poi ordinare che il suo caso fosse separato dagli altri; Seale fu successivamente condannato a quattro anni di prigione per oltraggio. Il 18 febbraio 1970, i sette imputati furono prosciolti dalle accuse di cospirazione. Hoffman, Rubin, Dellinger, Hayden e Davis furono ritenuti colpevoli di avere attraversato il confine dello Stato con finalità di incitamento alla rivolta e furono condannati a cinque anni di carcere e multati per cinquemila dollari. Due anni dopo, il 21 febbraio 1972, la Corte d’Appello ribaltò la sentenza poiché il giudice Hoffman non aveva tenuto contro dei pregiudizi razziali e culturali dei giurati.

Ciò che accade a Pigasus, però, è ignoto. Taluni sostengono che la polizia lo abbia mangiato. Il Chicago Tribune, al contrario, affermò che il maiale fu portato presso l’Anti-Cruelty Society e successivamente trasportato in una fattoria a Grayslake, Illinois, dove visse con una Mrs. Pigasus.

Il giorno del giuramento di Richard Nixon come  37º Presidente degli Stati Uniti, gli Yippies organizzarono una “in-HOG-uration”. Otto anni dopo, lo stesso gruppo, candidò alla presidenza Nobody for President, tradotto letteralmente “Nessuno”. L’operazione fu ripetuta nel 1980 e nel 1984. Questa volta il tutto avvenne fuori dalla convention repubblicana a Kansas City, mentre il Presidente uscente, Gerald Ford, cercava la rielezione. A nominare Nobody fu Wavy Gravy, conosciuto come il maestro delle cerimonie del festival di Woodstock. «Nessuno dovrebbe avere troppo potere», fu questo lo slogan elettorale e la frase di lancio della candidatura di Nobody.

Il messaggio anti-establishment portato avanti dai membri del YIP fu, però, fermamente contrastato dagli animalisti. Il 23 agosto 1968, alcuni sostennero che, a differenza di Nixon e Humphrey, se «non potremo averlo (Pigasus, ndr.) alla Casa Bianca, potremo averlo a colazione».

La goliardia cercata dagli organizzatori per deridere e contrastare i partiti classici e fermamente contestata dagli animalisti, fu attentamente seguita dall’FBI e da Hoover in persona che, come stabilito nell’operazione COINTELPRO, tramite la creazione di reciproci sospetti e accuse di comunismo, riuscì a smantellare quasi completamente tali organizzazioni e a ridurre ad un numero irrisorio di membri i pochi sopravvissuti alla fine del movimento.

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