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Innovazione

Vuoi aiutare un italiano o un immigrato? Aiutaun.it, l’app per il sociale

Si chiama Aiutaun.it ed è un portale. Il suo ideatore, Stefano Longoni, ha tratto ispirazione dal mondo dei social, nel quale lavora e ha sviluppato la propria carriera, per pensare una piattaforma che faciliti l’incontro tra associazioni di volontariato e persone che vogliono mettere risorse a disposizione dei bisognosi.

Lo abbiamo intervistato per capire meglio di cosa si tratta, come funziona e come Aiutaun.it possa essere utilizzata da ognuno di noi.

Ciao Stefano e grazie di aver accettato il nostro invito. Per favore, prima di entrare nel dettaglio di Aiutaun.it, vorrei che tu ricordassi ai nostri lettori, che hanno già letto di te, chi sei e di cosa ti occupi.

Ho iniziato a lavorare nell’ambito nello spettacolo a 20 anni con Claudio Cecchetto e mi sono appassionato al campo del managment artistico (all’epoca prevalentemente cantanti e personaggi dello spettacolo). Dieci anni fa ho aperto la mia prima agenzia di influencer marketing, gestendo youtuber, allargando poi il campo al mondo degli influencer e dei content creator. Parallelamente a questo ho creato una startup che ha sviluppato una tecnologia per questo genere di professionalità e poi mi diletto in iniziative come Aiutaun.it, che è una piattaforma sociale volta ad aiutare il “prossimo” e chiunque abbia bisogno.

Come sei arrivato, partendo da un background più manageriale e una professione nell’entertainment, a un progetto come Aiutaun?

Lavoro costantemente con i social media e questo mi ha dato la possibilità di osservare molto ciò che avviene quotidianamente su queste piattaforme. Mi piace molto Facebook, anche se molti lo ritengono ormai un social “da vecchi”. Aggiungi a questo che negli ultimi anni la politica ha fatto forza su dibattiti di ogni genere, soprattutto, in Italia, la questione dei migranti, che ha diviso il popolo dei social.

Ho letto, dentro e fuori dai social network, frasi come “Prima gli Italiani!”, oppure “Aiutiamo gli immigrati!”, tutte affermazioni che puntavano ad aiutare una parte della popolazione, quindi ho pensato di raccogliere questo slancio e di creare un portale dove effettivamente le persone potessero aiutare!

È per questo che all’inizio si può scegliere chi aiutare: un italiano, un migrante o qualcuno senza dover scegliere. E questo perché penso che ci sono molte persone, la maggior parte, per cui è indifferente chi aiutare e i numeri della piattaforma lo confermano.

Quindi Aiutaun.it nasce comunque dal mondo dei social e dall’osservazione che tu ne hai fatto. Quali sono, comunque, le necessità che la piattaforma intercetta?

Secondo me si avverte la necessità di un ritorno al sociale e più in generale di una maggiore sensibilizzazione delle persone in questo clima d’odio, dettato certamente dalla recessione e dalla scarsità di risorse. Sul portale si possono dare aiuti di diverso tipo, che vanno dal “semplice”, ma importante tempo, fino al supporto più materiale, come quello alimentare, di vestiario, oggetti o giocattoli, passando per prestazioni come babysitting o semplicemnte dare un passaggio a qualcuno. Aiutaun.it, al di là dell’aiuto classico, ha anche un secondo livello di impiego, che è proprio quello di risvegliare un po’ la coscienza e capire quanto e come le persone siano interessate ad aiutare. Ma anche di sensibilizzare nella tipologia d’aiuto in modo tale da rispettare la dignità di chi ha bisogno.

Immagino che siate entrati in contatto con molte persone e associazioni, con tanta “umanità”. Ti va di raccontarci un aneddoto o un aspetto di questo progetto che ti ha colpito particolarmente?

Certo, innanzitutto devo precisare che noi non abbiamo un riscontro diretto da chi riceve un aiuto o da chi dona, perché ci limitiamo a mettere in contatto le due parti, però quello che è evidente è l’elevata disponibilità delle persone a donare, da parte di tutti i ceti sociali, origini (italiane e non) e disponibilità economica. Una classe che ha particolarmente aderito sono gli avvocati, per consulenze pro bono nei confronti di persone in difficoltà: non dobbiamo dimenticarci che i problemi legali mal gestiti sono all’origine di molte situazioni di questo genere.

Entriamo quindi nel dettaglio di come funzione Aiutaun.it. Come posso fare per mettermi a disposizione come volontario?

Prima di tutto bisogna accedere al sito aiutaun.it e seguire le istruzioni che sono sia scritte che sotto forma di video tutorial. Dopodiché compaiono le tre carte per scegliere a chi destinare l’aiuto: “italiano”, “immigrato”, “è indifferente” e, una volta scelto il destinatario, la schermata successiva riguarda la tipologia di aiuto che si è disposti a dare. Abbiamo appena implementato un’ulteriore sezione per segnalare un presunto abuso o un illecito e speriamo che ciò sia uno strumento ulteriore di aiuto per chi ne ha bisogno. Alla fine è sufficiente inserire una serie di dati, più o meno approfonditi, per poi essere contattato dalle associazioni.

Le associazioni, invece, cosa devono fare?

Le associazioni non devono far altro che inviare una mail al portale di modo che una persona si metta in contatto con loro per fare alcune verifiche preliminari. Una volta verificato che si tratta di una realtà operante sul territorio, l’associazione si collega alla piattaforma e ha accesso a un database definito dall’area territoriale in cui opera e dal tipo di aiuto che si sposa con la sua mission.

Grazie Stefano, un’ultima domanda, dato che il progetto è partito da novembre del 2019 e ha qualche mese di vita: come sta andando?

Dal punto di vista dell’utenza che si propone di “donare”, il portale sta andando molto bene, abbiamo molte adesioni e di natura molto variegata. Dal lato delle associazioni abbiamo incontrato qualche difficoltà e vorrei cogliere l’occasione di questa intervista per lanciare una “call to action”, una chiamata alle armi a tutti quei soggetti che operano per entrare nel sito, chiedere informazioni e provare Aiutaun.it, perché ci sono molte risorse disponibili che possono essere redistribuite a chi ne ha realmente bisogno.

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