I ricorsi presentati da Trump sono frutto di una strategia focalizzata su quegli Stati che gli servono per restare alla Casa Bianca. Ergo, il risultato è tutto fuorché scontato. A sostenere con forza i ricorsi c’è il partito repubblicano, con Mitch McConnell (leader al Senato) che giudica fondata «al 100%» la battaglia legale Trump e il segretario di Stato Mike Pompeo che parla senza mezzi termini di transizione già avviata per il secondo mandato.
Se le posizioni del partito repubblicano potrebbero essere considerate di parte, vale la pena riprendere le affermazioni rilasciate al Washington Examiner dal costituzionalista John Yoo secondo cui il presidente Trump avrebbe ottime chance di riprendersi la Pennsylvania.
«Il ricorso del presidente Trump può mettere in discussione il voto in virtù del fatto che la Corte Suprema della Pennsylvania ha interferito incostituzionalmente sull’autorità legislativa dello Stato, unica titolata a decidere tempo, luogo, e maniera dell’elezione federale e sulle selezioni degli elettori presidenziali – continua Yoo – se la Costituzione federale garantisce questi poteri alla legislatura della Pennsylvania i tribunali statali non hanno alcuna autorità per modificare le leggi sulle elezioni per gli incarichi federali, compresa la presidenza».
I legali di Trump contestano principalmente che nel Keystone State siano stati conteggiati anche i voti per posta arrivati fino a 3 giorni dopo l’Election Day e, ancora, come la scadenza sia stata allungata più volte a ridosso del voto. Il caso è ovviamente arrivato alla Corte Suprema, che ha immediatamente ordinato un conteggio separato delle schede arrivate dopo il 3 novembre.
Secondo Yoo «la Corte Suprema potrebbe bocciare l’estensione della scadenza al 6 novembre decisa dalla Pennsylvania e ordinare allo Stato di rifiutare le schede arrivate dopo l’Election Day. E questa non è una battaglia costituzionale fantasiosa. Il giudice Samuel Alito ha già chiarito il suo punto di vista sul fatto che la Corte Suprema della Pennsylvania ha violato la Costituzione».
Oltre a questo, mentre Donald Trump presenta nuovo ricorso nel Michigan, in Georgia il segretario di Stato (Brad Raffensperger, repubblicano) ordina il riconteggio manuale dove, lo ricordiamo, Biden è avanti di soli 14.000 voti.
Appare del tutto evidente come – checché si ostinino ad affermare i media mainstream – la partita per la Casa Bianca non sia affatto chiusa: ciò significa che e le ragioni di Trump sono più che fondate e non un “capriccio” come le dipingono i suoi detrattori politici anche perché, è bene ricordarlo, sono indirizzate alla Corte Suprema.
Parliamo del medesimo tribunale che nel 2000 assegnò la presidenza a Bush dopo che contestò la vittoria di Al Gore in Florida.