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Ragione o Fede? Entriamo nel mondo di QAnon

È la domanda che attanaglia tutti coloro che studiano questo fenomeno: l’adesione a Q è basata sulla ragione o sulla fede?

Uno dei maggiori esperti delle teorie della cospirazione, il professore Joseph Uscinski, ha tentato di spiegare i motivi restando «lontano da qualsivoglia partigianeria di riflesso».

«Molte persone presumono – ha affermato Uscinski – che sia prevedibile una propensione al pensiero della cospirazione secondo delle linee ideologiche. Ciò è sbagliato. Bisogna pensare diversamente: e cioè scindendo la cospirazione dalle idee politiche. Si tratta, in realtà, di una sorta di cablaggio mentale che è caratterizzato dall’accettazione delle seguenti proposizioni: le nostre vite sono controllate da trame nate in luoghi segreti. Anche se apparentemente viviamo in una democrazia, un piccolo gruppo di persone gestisce tutto, ma non sappiamo chi siano. Quando si verificano grandi eventi – pandemie, recessioni, guerre, attacchi terroristici – è perché quel gruppo segreto sta lavorando contro di noi. (…) QAnon – ha poi continuato Uscinski – non è un movimento di estrema destra come viene spesso descritto, nonostante la sua narrazione pro-Trump. E questo perché Trump non è un tipico politico di estrema destra. Q fa appello a quelle persone che credono che le teorie del complotto esistano e ne sono affascinate: e questo fascino attraversa e supera le ideologie».

Ciò trova riscontro in grandi teorie sulla cospirazione che hanno attanagliato la storia degli Stati Uniti. Una su tutte? Quelle sulla morte di John Fitzgerald Kennedy.

QAnon sostanzialmente porta avanti un pensiero apocalittico che esiste da secoli e offre la possibilità per gli amanti di questi complotti di poter dare libero sfogo ai loro pensieri, pensando che siano basati su una consistente base di verità.

Coloro che solitamente aderiscono a queste teorie si sentono (e si vedono) come guerrieri – da che erano vittime prima di aderire al pensiero complottista – pronti a sfidare il cosiddetto deep state, condividendo un odio verso l’establishment e le élites tradizionali.

Su ogni fatto di cronaca importante si è d’altronde creata una teoria del complotto. Oltre al già citato JFK troviamo: l’atterraggio sulla luna, l’11 settembre e, se si vuole passare nel Vecchio Continente, occorre annoverare anche la morte di Lady Diana.

Q, però, si differenzia da tutti questi movimenti del passato: esso trova nella paranoia e nel populismo solo un parte del suo fondamento, poiché anche il fattore religioso – non potrebbe essere altrimenti – gioca un ruolo di primaria importanza.

È lo stesso Uscinski ad affermarlo, quando ammette che la sua sessantaduenne mamma è attratta dalle teorie di QAnon: «mia madre Shelly vive in New Hampshire e si è imbattuta in Q su YouTube, mentre cercava un tutorial per pulire i vetri di casa. Per lei QAnon stava rivelando cose che sarebbero poi successe. Mia madre ha intuito che Q aveva le sue stesse ansie, preoccupazioni, perplessità. Come se qualcuno fosse nella sua mente e stesse leggendo ciò che le passava per la testa e, contemporaneamente, stesse mettendo nero su bianco quanto la sua mente elaborava».

I seguaci di Q condividono le stesse preoccupazioni sul cosiddetto «sistema corrotto che governa Washington»: sono stufi del sistema educativo, del sistema finanziario e dei media. In Q vedono una speranza, poiché la fiducia, anche una fiammella, resta sempre accesa in ogni persona.

E, dopo aver aderito, tutti i seguaci condividono le scelte: a loro piacciono le continue citazioni dalle Sacre Scritture, il continuo incoraggiamento alla preghiera, il messaggio di fondo che QAnon trasmette che, secondo loro, è più grande e non si riduce al Presidente Trump.

E, chiaramente, credono nell’Armageddon, ovvero quel luogo dove, secondo il Nuovo Testamento – Apocalisse 16,16 – tre spiriti immondi radunerebbero, a seguito dell’Apocalisse stessa, tutti i re della terra. Una sorta di scontro finale dunque, quello fra Bene e Male. In base a questa visione, chiaramente, affermano costantemente di non essere sorpresi da una imminente Apocalisse.

Cosa, dunque, predomina di più fra fede e ragione?

La risposta l’abbiamo già data nelle righe precedenti. È un miscuglio fra le due a giocare un ruolo fondamentale nell’adesione ai precetti di QAnon. Senza l’una non avremmo l’altra e, per gioco forza, non avremmo una adesione totale ma mozzata.

Il tutto, infine, condito da una chicca non casuale: per i complottisti, alle volte, tutti questi eventi che hanno segnato la storia si intersecano fra di loro.

Ne aggiungiamo un’altra: alcuni personaggi non sono mai morti e stanno per tornare. Un nome su tutti? John “John” Fitzgerald Kennedy Junior, figlio del Presidente. Alcuni seguaci di Q lo hanno atteso il 4 luglio 2019 a Washington D.C. “John John” Kennedy non è apparso quel giorno, ma ciò non ha fermato alcuni di loro davanti all’evidenza: ora lui, in realtà, è Q in persona. Parola di Liz Crokin, una delle più famose seguaci di QAnon.

Anche davanti all’evidenza, dunque, le contraddizioni e le incongruenze trovano spazio. Perché se non crolla una fra ragione o fede, la verità può essere sempre mistificata, nonostante la realtà dei fatti, purtroppo.

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