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Politica

La mancanza di un leader ci fa più male del Coronavirus

Ci hanno lasciati soli. Lo dicono i medici e il personale sanitario impegnato in prima linea contro quello stramaledetto virus, giustamente incazzati perché oltre a non riposarsi praticamente mai da più di sette giorni, a ricevere in ritardo le mascherine e ad essere i più esposti al rischio di contagio, sono stati anche attaccati dal presidente del consiglio e, di conseguenza, sottoposti a indagine da parte della Procura.

Lo dicono gli abitanti della zona rossa, che si sentono abbandonati al proprio destino, confinati, ignorati e financo umiliati, perché in molti casi hanno dovuto perfino trovare il modo per giustificare la propria assenza al datore di lavoro, visto che INPS e compagnia cantante erano all’oscuro di tutto.

Lo dicono professionisti e imprenditori, che sono basiti per il dilettantismo che giorno dopo giorno sta causando la demolizione del brand più importante al mondo – quello dell’Italia – e si sentono presi in giro dall’entità ridicola delle misure che sono state adottate a sostegno di lavoro autonomo e impresa.

Lo dicono le persone che vivono dentro e fuori le regioni più colpite dall’emergenza, che a distanza di oltre una settimana stanno ancora aspettando un discorso alla Nazione da parte del Capo dello Stato, che si è limitato a intervenire a margine di eventi di altro tipo, dimostrando che probabilmente nemmeno lui sa che pesci pigliare.

Lo dicono tanti rappresentanti delle istituzioni locali, ma anche delle associazioni di volontariato e di categoria, che vivono nella certezza che l’incertezza di questo governo continuerà fin tanto che questo governo starà in vita.

Lo direbbero anche i nostri figli, se non ce ne curassimo, se non trascorressimo del tempo insieme a loro, se non gli insegnassimo l’educazione e l’amore per le cose belle della vita e, soprattutto, se non gli stessimo accanto nei momenti di difficoltà.

Giuseppe Conte è probabilmente il primo ministro ideale per un sistema come il nostro: senza storia e ideali, senza vergogna nel passare da Salvini a Zingaretti, senza remore nell’accettare qualsiasi compromesso al ribasso pur di salvare la poltrona, senza l’umiltà per ammettere che fu un errore non prendere i provvedimenti restrittivi che chiedevano le regioni un mese fa, senza un briciolo del carisma che servirebbe per guidare non un governo tenuto insieme soltanto dalle poltrone, ma una Nazione come l’Italia.

Lo scrissi per primo, lo scorso 22 febbraio, che questo governo avrebbe fatto più danni del Coronavirus stesso e, ve lo garantisco, oggi sarei felicissimo se potessi dire che mi sbagliavo. Purtroppo i fatti mi danno ragione, anche se non è che ci volesse Nostradamus per prevedere che un governo composto da persone che non vanno d’accordo praticamente su nulla non sarebbe stato in grado di gestire un’emergenza di questa portata.

Provate a pensare a cosa sarebbe accaduto a New York se a gestire l’emergenza dell’11 settembre non ci fosse stato un Sindaco come Rudy Giuliani. Ve lo dico io: una tragedia nella tragedia. Ora provate a pensare cosa sarebbe accaduto in Italia se non ci fosse stato il governo conte a gestire la crisi causata dal Coronavirus. Ecco, vi siete già risposti.

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è consulente di marketing strategico, keynote speaker e docente di branding e marketing digitale all’International Academy of Tourism and Hospitality. È stato inviato di «Vanity Fair» negli Stati Uniti per seguire Donald Trump, a Kiev per la campagna elettorale di Zelensky, collabora con diversi media ed è autore di 10 libri. Nel 2016, per promuovere la versione inglese de Il Predestinato ha inventato la sua finta candidatura alle primarie repubblicane sotto le mentite spoglie del protagonista del romanzo, il giovane Congressman Alex Anderson. Una case history di cui si sono occupati i principali network di tutto il mondo.

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