Il 25 agosto di 28 anni fa Linus Torvalds pubblicò un messaggio chiedendo aiuto per un nuovo sistema operativo: «Sto realizzando un sistema operativo (gratuito) (solo un hobby, non sarò mai grande e professionale come lo gnu) per 386 (486) e cloni AT. Ci lavoro da aprile ed quasi pronto. Vorrei un feedback sulle cose che piacciono/non piacciono agli utenti di minix, dato che il mio sistema operativo gli assomiglia in qualche modo (stesso layout fisico del file system – per motivi pratici – tra le altre cose).»
Il resto è storia.
La cosa particolarmente interessante della nota di Torvalds è che non destò risposte negative ma, al contrario, suscitò grande interesse, aspetto non di poco conto soprattutto se consideriamo come nel 1991 Internet fosse un posto molto diverso da quello che è oggi.
A fine 2017 la Linux Foundation pubblicò un rapporto dettagliato sul sistema operativo con i punti salienti dei suoi primi 26 anni su cui spicca certamente il dato che rappresenta la vera e proria ragione sociale, ovvero i contributi allo sviluppo giunti da utenti di tutto il mondo: dal 2005 15.637 sviluppatori hanno infatti contribuito al Kernel di Linux, un vero e proprio esercito di volontari grazie a quali il sistema operativo è costantemente aggiornato.
Oggi la maggior parte dei siti Web “gira” su Linux, che a sua volta funziona su qualsiasi device, dai tablet dei ristoranti agli smartwatch. Il sistema operativo insegna ai bambini a programmare grazie al Raspberry Pi, ha aiutato la polizia francese a risparmiare milioni di euro e dal 2016 perfino Microsoft rilascia codici per utilizzarlo. Se non riesci a batterli, alleati a loro.