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Politica

Salvini come Trump, trasforma gli avversari in portatori di voti

Se, come dicono alcuni sondaggi, la Lega di Salvini è ormai giunta alla soglia del 40%, gran parte del merito è proprio di chi dovrebbe contrastarlo. Media mainstream, competitor politici, opinionisti, militanti da tastiera e non: tutti impegnati a profondere fino all’ultimo grammo delle proprie energie psichiche e financo fisiche per portare voti a lui, l’odiato Capitano. Come? Elementare Watson, parlando e scrivendo sempre di lui.

Intendiamoci, il leader della Lega e il Team che ne gestisce la comunicazione sono veramente bravi, niente da dire, ma tutti coloro che si collocano al di fuori del perimetro salviniano ne sono stati inconsapevolmente fagocitati e, ogni santo giorno, agiscono da creatori di contenuti devoti alla causa del Ministro dell’Interno.

Non c’è giornale, telegiornale, blog, dichiarazione o post sui social che non sia imperniato su Salvini: cosa fa, quello che dice, i suoi tweet, le foto con la fidanzata, i post con quello che mangia. Un’ossessione vera e propria, che Salvini alimenta consapevolmente e astutamente (e ci mancherebbe) lanciando più volte al dì un amo al quale abboccano praticamente tutti.

Per capire le proporzioni del vero e proprio vuoto mediatico che ha scavato tra sé e gli avversari non è necessario accedere ai terminali della Nsa, basta andare su Google Trends e impostare una ricerca comparata:

Il dato che vedete rappresentato nel grafico è l’interesse di ricerca, in questo caso relativo ai nomi che vedete elencati che, oltre a Matteo Salvini, sono: Nicola Zingaretti, Silvio Berlusconi, Giorgia Meloni e Luigi Di Maio. Numeri che parlano oggettivamente da soli, che fanno il paio con un altro illustrissimo fenomeno a cui Salvini, Morisi & Co. dimostrano di essersi parecchio ispirati, ovvero il presidente americano Donald Trump:

Anche oltreoceano il concetto è il medesimo, oltretutto con l’aggravante di una campagna per la nomination democratica in pieno svolgimento.

Ora, dopo la batosta del 2016 avversari e media dovrebbero aver imparato la lezione, e invece no, continuano imperterriti a parlare unicamente di lui che, nonostante l’ostilità delle grandi compagnie del Web (tra cui Google, come potete leggere qui), pare destinato a bissare il successo di tre anni fa.

Ovviamente Trump non fa complimenti e ringrazia, così come anche Salvini: trasformare i propri detrattori in un esercito di social media manager e copywriter al loro servizio non è impresa da tutti, e loro ci sono riusciti.

E voi che dite di volerli sconfiggere continuate a parlarne da mane a sera, mi raccomando.

Written By

è consulente di marketing strategico, keynote speaker e docente di branding e marketing digitale all’International Academy of Tourism and Hospitality. È stato inviato di «Vanity Fair» negli Stati Uniti per seguire Donald Trump, a Kiev per la campagna elettorale di Zelensky, collabora con diversi media ed è autore di 10 libri. Nel 2016, per promuovere la versione inglese de Il Predestinato ha inventato la sua finta candidatura alle primarie repubblicane sotto le mentite spoglie del protagonista del romanzo, il giovane Congressman Alex Anderson. Una case history di cui si sono occupati i principali network di tutto il mondo.

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