In Gran Bretagna gli inserzionisti non vogliono associare le proprie pubblicità a contenuti che usano le parole “coronavirus” e “covid19”.
Una black list che potrebbe costare agli editori britannici fino a 50 milioni di sterline di entrate in meno, per le versioni digitali dei giornali.
L’algoritmo funziona interrompendo automaticamente l’annuncio pubblicitarioqualora nel contenuto ad esso associato compaia una delle parole presenti nella lista nera.
Un meccanismo che proprio in questo momento finirebbe per rendere “non redditizie” la quasi totalità delle notizie pubblicate.
